domenica 4 agosto 2013

DABIGATRAN PRADAXA : è arrivato ! ! !



INCREDIBILE ma vero !

PRADAXA : questa sera prenderò la prima pastiglia !

A carico del servizio sanitario nazionale, con un addebito di 4 euro per due scatole sufficienti per un mese, costo appena superiore al vecchio Wafarin (Cumadin 5).
Ieri avevo portato la ricetta al mio farmacista, che è rimasto un pò perplesso, quasi preoccupato. perchè era la prima volta che gli capitava di avere a che fare con il nuovo farmaco...
Sweet heart !

La prescrizione compilata dal Cardiologo (anche lui alle prime armi con l'argomento) aveva alcune correzioni, così che il farmacista ha preteso che ritornassi dal medico a fargli rifare la ricetta, c'era altrimenti il rischio che l'ASL non l'accettasse !
Con quello che costa effettivamente il prodotto ci vanno tutti con i piedi di piombo !
Il farmaco non è già presente nelle dotazioni della Farmacia:
deve essere ogni volta specificamente richiesto alle ASL ed arriva nelle 24 ore.
La ricetta per averlo deve per ora essere sempre compilata dal Cardiologo, anche per ogni successiva necessità, per cui mediamente una volta al mese bisogna andare in Ospedale a farselo prescrivere.
(addio buchi 2 volte al mese !)

Ma almeno non occorre più andarci (mediamente due volte al mese) a farsi bucare la vena per il prelievo necessario al controllo dell'INR (parametro di scoagulazione) ! Valore che nella maggior parte dei casi è quasi sempre sballato: o troppo basso o troppo alto !
Ed inoltre si è liberi di mangiare tutto quello che si vuole, comprese le verdure verdi a larga foglia, così come ogni altro cibo che contenga la vitamina K, già nemica, antagonista totale del Wafarin !


Come per ogni altro farmaco ci sono ovviamente le controindicazioni, che sul "bugiardino" si sprecano ad oltranza, ma alla fine è niente in confronto al Cumadin !

La notizia che il Dabigatran era finalmente passato anche in Italia, buona ultima tra i Paesi principali della CEE e del Mondo avanzato, me l'aveva portata un amico medico, venutomi a trovare qualche settimana fà.
Subito ero corso a farmi fare l'impegnativa per l'indispensabile visita dal Cardiologo, solo lui come ho detto in grado di avallare la prescrizione.
Il quale ha "purtroppo" riscontrato nelle mie patologie l'opportunità della concessione.
Quanto bello sarebbe non averne invece bisogno !
Ma occorre accontentarsi ed approfittare, con misura ed accortezza, dei nuovi rimedi che la Medicina ci mette a disposizione per contrastare i malanni, che nel mio caso appartengono ormai sopratutto al peso degli anni...: è la vecchiaia ad essere sopratutto un inesorabile malattia !

Io comunque cerco di aiutarmi anche da solo, ricorrendo ad esempio alla triste monotonia di un'alimentazione perlopiù priva di occasioni peccaminose e facendo tanto movimento, perfino a livello di"sport", come il nuoto !
Che per me costituisce una vera e propria panacea, stanti le precarie condizioni scheletriche, tendinee, cartlaginee.
Ciò che mi viene costantemente confermato dai vari ortopedici che mi tocca frequentare.

Un esempio eclatante: l'inverno scorso scivolai sul ghiaccio delle scale di casa rompendomi due tendini e la cuffia dei rotatori della spalla destra già malconcia.
Vari tentativi di fisioterapia ed infiltrazioni cortisoniche valsero neppure a mò di paliativi, così che l'Ortopedico mi indirizzò, unica soluzione, ad un famoso specialista delle protesi inverse alla spalla.
Al quale io potei tuttavia precisare che nonostante la grave menomazione riuscivo a nuotare a lungo ed a compiere lavori, tipo potare gli alberi, con quella spalla..., per quanto avvertissi dolori. Dopo avermi attentamente visitato e valutato il professore mi disse: non ho mai visto un caso simile ! E' incredibile, ma lei la protesi alla spalla ce l'ha già, ed è formata dalla muscolatura che le deriva dal nuoto e dalla ginnastica ! Fin che può continui così, non pensi assolutamente ad un intervento, prenda qualche antidolorifico quando avverte più dolore e faccia ogni sei mesi delle iniezioni di acido jaluronico specifico.
Rincuorato da quella visita ho incrementato il nuoto, la ginnastica, e sto molto meglio. Nuoto ogni giorno 1.500 mt. di buon ritmo, faccio un pò di palestra e diversi lavori, cercando di non esagerare, tipo tagliare le siepi del giardino (ciò che implica l'utilizzo di una motosega da 5 chili per alcune ore...).

E tutto questo nonostante l'aritmia che mi obbliga ad assumere il Pradaxa, che per altro dovrebbe aiutarmi anche a seguire un alimentazione più logica, senza inibire le diverse verdure assai utili all'organismo in quanto ad apporto di vitamine e sali minerali.


Spero in definitiva di poter prossimamente confermare la positività del nuovo farmaco, dopo la lunga attesa.
Nelle certezze c'è già tuttavia il fatto che eviterò la grande scocciatura di una ventina di prelievi per le verifiche dell'INR: andare all'Ospedale, fare la coda, sottoporsi al prelievo..., in media due volte al mese..., per poi leggere 8 volte su 10 che i valori sono sballati !

Evviva il Pradaxa (sperando che non deluda) ! 

The foolish heart
(Qui sotto le caratteristiche e indicazioni di massima del nuovo farmaco)




Aifa ha approvato il rimborso per dabigatran di Boehringer- Ingelheim, primo anticoagulante per la prevenzione dell’ictus da fibrillazione atriale
Disponibile da oggi anche in Italia Pradaxa (dabigatran etexilato) di Boehringer- Ingelheim indicato per la prevenzione dell’ictus da fibrillazione atriale non valvolare. A tre anni dall’approvazione da parte di Fda, a due dall’ok di Ema, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha concesso la rimborsabilità all’anticoagulante orale di nuova generazione per la prevenzione della più pericolosa complicanza derivante dalla fibrillazione atriale: l’ictus cerebrale.


La molecola, che nello Studio RELY e nella pratica clinica quotidiana degli oltre 80 paesi al mondo in cui è già in uso, ha dimostrato e confermato tutta la sua efficacia, sicurezza e tollerabilità rispetto alla vecchia classe di farmaci, arriva in Italia a due anni dall’approvazione dell’Ema.

Tra i disturbi del ritmo cardiaco, la fibrillazione atriale è il più comune, interessa circa 850mila italiani e aumenta di cinque volte la possibilità di ictus, 40mila casi in Italia. La metà dei pazienti colpita da ictus perde la vita entro 12 mesi, mentre la probabilità di restare invalidi è stimata intorno al 60%.

Per ridurre il rischio da ictus i pazienti affetti da fibrillazione atriale vengono  trattati con farmaci anticoagulanti che mantengono il sangue fluido per evitare la formazione di coaguli che minacciano l’arresto del flusso sanguigno al cervello.

Dabigatran etexilato, anticoagulante orale di nuova generazione e il primo ad essere approvato dalla Agenzia Europea per i medicinali (Agosto 2011) dopo oltre 50 anni, è l’unico  a ridurre il rischio di ictus ischemico oltre a ridurre il rischio dI
sanguinamenti intracranici e di quelli pericolosi per la vita, presentando al contempo una serie di significativi vantaggi che saranno in grado di contribuire al miglioramento della qualità di vita delle persone con fibrillazione atriale non valvolare.
Mentre gli anticoagulanti orali di vecchia generazione presentano una serie di criticità che impattano sensibilmente sulla vita quotidiana del paziente - come la necessità di controlli costanti dei parametri della coagulazione, il continuo adeguamento del dosaggio, l’alto potenziale di interazione con gli altri farmaci o con i cibi e il rischio di complicanze emorragiche – dabigatran, disponibile nel dosaggio da 150 mg e 110 mg, viene assunto a dose fissa, non impatta sulle abitudini alimentari del paziente e non necessita di monitoraggio.