martedì 15 aprile 2014

DABIGATRAN (Pradaxa, Xarelto...) e BUROCRAZIA




domenica 4 agosto 2013

DABIGATRAN PRADAXA : è arrivato ! ! !



INCREDIBILE ma vero !

PRADAXA : questa sera prenderò la prima pastiglia !

A carico del servizio sanitario nazionale, con un addebito di 4 euro per due scatole sufficienti per un mese, costo appena superiore al vecchio Wafarin (Cumadin 5).
Ieri avevo portato la ricetta al mio farmacista, che è rimasto un pò perplesso, quasi preoccupato. perchè era la prima volta che gli capitava di avere a che fare con il nuovo farmaco...
Sweet heart !

La prescrizione compilata dal Cardiologo (anche lui alle prime armi con l'argomento) aveva alcune correzioni, così che il farmacista ha preteso che ritornassi dal medico a fargli rifare la ricetta, c'era altrimenti il rischio che l'ASL non l'accettasse !
Con quello che costa effettivamente il prodotto ci vanno tutti con i piedi di piombo !
Il farmaco non è già presente nelle dotazioni della Farmacia:
deve essere ogni volta specificamente richiesto alle ASL ed arriva nelle 24 ore.
La ricetta per averlo deve per ora essere sempre compilata dal Cardiologo, anche per ogni successiva necessità, per cui mediamente una volta al mese bisogna andare in Ospedale a farselo prescrivere.
(addio buchi 2 volte al mese !)

Ma almeno non occorre più andarci (mediamente due volte al mese) a farsi bucare la vena per il prelievo necessario al controllo dell'INR (parametro di scoagulazione) ! Valore che nella maggior parte dei casi è quasi sempre sballato: o troppo basso o troppo alto !
Ed inoltre si è liberi di mangiare tutto quello che si vuole, comprese le verdure verdi a larga foglia, così come ogni altro cibo che contenga la vitamina K, già nemica, antagonista totale del Wafarin !


Come per ogni altro farmaco ci sono ovviamente le controindicazioni, che sul "bugiardino" si sprecano ad oltranza, ma alla fine è niente in confronto al Cumadin !

La notizia che il Dabigatran era finalmente passato anche in Italia, buona ultima tra i Paesi principali della CEE e del Mondo avanzato, me l'aveva portata un amico medico, venutomi a trovare qualche settimana fà.
Subito ero corso a farmi fare l'impegnativa per l'indispensabile visita dal Cardiologo, solo lui come ho detto in grado di avallare la prescrizione.
Il quale ha "purtroppo" riscontrato nelle mie patologie l'opportunità della concessione.
Quanto bello sarebbe non averne invece bisogno !
Ma occorre accontentarsi ed approfittare, con misura ed accortezza, dei nuovi rimedi che la Medicina ci mette a disposizione per contrastare i malanni, che nel mio caso appartengono ormai sopratutto al peso degli anni...: è la vecchiaia ad essere sopratutto un inesorabile malattia !

Io comunque cerco di aiutarmi anche da solo, ricorrendo ad esempio alla triste monotonia di un'alimentazione perlopiù priva di occasioni peccaminose e facendo tanto movimento, perfino a livello di"sport", come il nuoto !
Che per me costituisce una vera e propria panacea, stanti le precarie condizioni scheletriche, tendinee, cartlaginee.
Ciò che mi viene costantemente confermato dai vari ortopedici che mi tocca frequentare.

Un esempio eclatante: l'inverno scorso scivolai sul ghiaccio delle scale di casa rompendomi due tendini e la cuffia dei rotatori della spalla destra già malconcia.
Vari tentativi di fisioterapia ed infiltrazioni cortisoniche valsero neppure a mò di paliativi, così che l'Ortopedico mi indirizzò, unica soluzione, ad un famoso specialista delle protesi inverse alla spalla.
Al quale io potei tuttavia precisare che nonostante la grave menomazione riuscivo a nuotare a lungo ed a compiere lavori, tipo potare gli alberi, con quella spalla..., per quanto avvertissi dolori. Dopo avermi attentamente visitato e valutato il professore mi disse: non ho mai visto un caso simile ! E' incredibile, ma lei la protesi alla spalla ce l'ha già, ed è formata dalla muscolatura che le deriva dal nuoto e dalla ginnastica ! Fin che può continui così, non pensi assolutamente ad un intervento, prenda qualche antidolorifico quando avverte più dolore e faccia ogni sei mesi delle iniezioni di acido jaluronico specifico.
Rincuorato da quella visita ho incrementato il nuoto, la ginnastica, e sto molto meglio. Nuoto ogni giorno 1.500 mt. di buon ritmo, faccio un pò di palestra e diversi lavori, cercando di non esagerare, tipo tagliare le siepi del giardino (ciò che implica l'utilizzo di una motosega da 5 chili per alcune ore...).

E tutto questo nonostante l'aritmia che mi obbliga ad assumere il Pradaxa, che per altro dovrebbe aiutarmi anche a seguire un alimentazione più logica, senza inibire le diverse verdure assai utili all'organismo in quanto ad apporto di vitamine e sali minerali.


Spero in definitiva di poter prossimamente confermare la positività del nuovo farmaco, dopo la lunga attesa.
Nelle certezze c'è già tuttavia il fatto che eviterò la grande scocciatura di una ventina di prelievi per le verifiche dell'INR: andare all'Ospedale, fare la coda, sottoporsi al prelievo..., in media due volte al mese..., per poi leggere 8 volte su 10 che i valori sono sballati !

Evviva il Pradaxa (sperando che non deluda) ! 

The foolish heart
(Qui sotto le caratteristiche e indicazioni di massima del nuovo farmaco)




Aifa ha approvato il rimborso per dabigatran di Boehringer- Ingelheim, primo anticoagulante per la prevenzione dell’ictus da fibrillazione atriale
Disponibile da oggi anche in Italia Pradaxa (dabigatran etexilato) di Boehringer- Ingelheim indicato per la prevenzione dell’ictus da fibrillazione atriale non valvolare. A tre anni dall’approvazione da parte di Fda, a due dall’ok di Ema, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha concesso la rimborsabilità all’anticoagulante orale di nuova generazione per la prevenzione della più pericolosa complicanza derivante dalla fibrillazione atriale: l’ictus cerebrale.


La molecola, che nello Studio RELY e nella pratica clinica quotidiana degli oltre 80 paesi al mondo in cui è già in uso, ha dimostrato e confermato tutta la sua efficacia, sicurezza e tollerabilità rispetto alla vecchia classe di farmaci, arriva in Italia a due anni dall’approvazione dell’Ema.

Tra i disturbi del ritmo cardiaco, la fibrillazione atriale è il più comune, interessa circa 850mila italiani e aumenta di cinque volte la possibilità di ictus, 40mila casi in Italia. La metà dei pazienti colpita da ictus perde la vita entro 12 mesi, mentre la probabilità di restare invalidi è stimata intorno al 60%.

Per ridurre il rischio da ictus i pazienti affetti da fibrillazione atriale vengono  trattati con farmaci anticoagulanti che mantengono il sangue fluido per evitare la formazione di coaguli che minacciano l’arresto del flusso sanguigno al cervello.

Dabigatran etexilato, anticoagulante orale di nuova generazione e il primo ad essere approvato dalla Agenzia Europea per i medicinali (Agosto 2011) dopo oltre 50 anni, è l’unico  a ridurre il rischio di ictus ischemico oltre a ridurre il rischio dI
sanguinamenti intracranici e di quelli pericolosi per la vita, presentando al contempo una serie di significativi vantaggi che saranno in grado di contribuire al miglioramento della qualità di vita delle persone con fibrillazione atriale non valvolare.
Mentre gli anticoagulanti orali di vecchia generazione presentano una serie di criticità che impattano sensibilmente sulla vita quotidiana del paziente - come la necessità di controlli costanti dei parametri della coagulazione, il continuo adeguamento del dosaggio, l’alto potenziale di interazione con gli altri farmaci o con i cibi e il rischio di complicanze emorragiche – dabigatran, disponibile nel dosaggio da 150 mg e 110 mg, viene assunto a dose fissa, non impatta sulle abitudini alimentari del paziente e non necessita di monitoraggio.






martedì 16 aprile 2013

DABIGATRAN: arriva o NON arriva ?



Dabigatran ?
RAI disinformazione: di tutto e di più !

Giovedì scorso di prima mattina, in conclusione di non ricordo quale TG, RAI dedica un servizio informativo sulla Medicina per la Fibrillazione Atriale: corretto, ben confezionato a livello divulgativo, esauriente.
Notevole è lo "scoop" conclusivo:
"Ma ora" (=ORA, cioè adesso, subito !) " il servizio nazionale mette a disposizione un nuovo farmaco (il Dabigartan), molto più efficace, sopratutto facile da gestire, senza tutti i problemi e le controindicazioni del Wafarin"
Esulto !


Evviva, finalmente ci siamo, anche se buoni ultimi in Europa, ultimi tra i Paesi progrediti !
Finalmente potrò evitare di farmi bucare le vene due o tre volte al mese per verificare valori di INR quasi sempre sballati ! Finalmente potrò alimentarmi più liberamente, senza evitare tutte le verdure che contengono vitamina Kappa !
Dabigatran, la mollecola.


Controllo su Internet: non trovo nessuna informazione al riguardo !
Passo il week end insieme ad un parente medico specialistico che mi smentisce la notizia...
Stamani il mio medico di base cade anche lui dalle nuvole: non gli risulta emanata alcuna comunicazione in proposito.
In Farmacia idem come sopra !
E allora ?

La RAI si è inventata la notizia per consentirci un ulteriore delusione nel ritardo dei ritardi ?
Ma che simpatici burloni !

Personalmente più che divertirmi resto un pò tanto incazzato.
Ma c'è qualcuno che sa qualcosa ?

Quore ingrato.


P.S. Pochi minuti fà, a Medicina 33 la RAI corregge il tiro:
Luciano Onder introduce l'argomento "Fibrillazione Atriale", ripetendo grosso modo quanto già rappresentato nell' altra e diversa trasmissione dei giorni scorsi, per concludere tuttavia molto diversamente: "Ci sono nuovi farmaci che risolvono quasi ogni problema senza le contraddizioni e controindicazioni di quelli fin'ora utilizzati, noi tutti, medici, pazienti ed operatori della salute in genere li stiamo aspettando..."
Io sono due anni che li aspetto !
E continuano a dirmi che "stiamo aspettando"...
Che cosa, di crepare !?!?
Aspettando di crepare...



Copia della presente è stata inviata a:

EMA  ed  AIFA




mercoledì 23 gennaio 2013

QUORE INGRATO (Dabigatran)




Cumadin Wafarin Dabigatran...PROBLEMI DI QUORE

Fibrillatrial 2

La prima alterativa al farmaco scagulante (Cumadin Wafarin) è la "cardioversione", cioè il ripristino del battito normale !
Facile dirlo, assai meno ottenerla, per lo meno in modo durevole ...
Secondo prassi si tenta prima la cardioversione farmacologica, utilizzando il Cordarone, farmaco che… ovviamente, ha tutta una serie di controindicazioni, alcune anche molto importanti, come quella di interferire con gli ormoni tiroidei.
Sarà un caso, ma nella mia esperienza ho quasi sempre constatato che la maggior parte dei farmaci possono essere meglio indicati e tollerati soprattutto per e da coloro che ...NON ne hanno bisogno !
La fibrillazione atriale, come tantissimi altri disturbi è tipica dell'età avanzata, degli over 60 - 65 (salvo eccezioni anche molto più giovanili).
Dell'età avanzata sono tipiche anche le disfunzioni tiroidee...ed ecco che...
voilà, il gioco incastro è bello che servito: Cordarone e patologie della Tiroide
sono incompatibili !
Ciònondimeno il mio cardiologo mi fece inizialmente provare il Cordarone.
Dopo due settimane le analisi di controllo confermarono inesorabilmente che
i parametri funzionali della mia Tiroide erano andati del tutto sballati: il TSH
era schizzato a 3- 4 volte il massimo della tolleranza prevista !
Passo successivo la Cardioversione Elettrica, che consiste nel dare delle forti scosse elettriche al cuore, tipo rianimazione per arresto cardiaco.
Ciò che viene fatto in ospedale, con ricovero di un paio di giorni ed una leggera anestesia della durata di pochi minuti.
Nei miei primi due anni di Fibrillazione Atriale ho subito tre trattamenti di questo tipo ed ogni volta il mio ritmo è tornato normale..., per la
durata massima di sei mesi...
Comunque realizzai che avrebbe potuto essere una "soluzione", quella di sottoporsi ad una elettrocardioversione un paio di volte all'anno, il minore dei
fastidi ! Ma subito mi chiarirono che le scosse elettriche al cuore non è che gli un facciano gran bene...Tre è normalmente il massimo che si può tentare senza pregiudicare l'integrità del prezioso organo (ma ho saputo di qualcuno che è arrivato a farne ben sei, che è un po’ come sottoporre il miocardio ad una grigliata… !?).
Inoltre io avevo un altro problema di "ritmo": la bradicardia acuta, con lunghe pause. La mia frequanza cardiaca a riposo tendeva a scendere anche al di sotto dei 30 battiti al minuto, con "pause" di anche diversi secondi, durante le quali il cuore cessava di pulsare...
Il problema lo avevo da circa 40 anni ( nel 1969 fui ricoverato a Padova in rianimazione con 26 battiti/minuto e sospetto Blocco Atrioventricolare).
E per 40 anni lo avevo gestito senza grossi problemi, a parte qualche rara sincope (svenimento da arresto cardiaco), subito spontaneamente risolta, nei primi anni anche con il sporadico aiuto di cardiostimolatori (Alupent).
Ma con l'avanzare degli anni, ormai a ridosso dei 70, la morbosità diveniva sempre più noiosa e rischiosa, per cui s'imponeva l'installazione di un Pace Maker in grado di garantire un ritmo minimo di battiti.
Che mi installarono nel Maggio del 2009, risolvendo così la Bradicardia, ma non purtroppo la Fibrillazione.
Il problema con il Pace Maker (anche lui ha ovviamente le sue inesorabili contrindicazioni) è che si devono assolutamente evitare i campi magnetici,
figurarsi le scosse elettriche !
Così come bisogna appunto evitare la risonanza magnetica e tutte le verifiche o terapie attivate da campi elettrici o magnetici (ogni campo elettrico è necessariamente "magnetico") : Laser, Infrarossi, Ultravioletti, Agopuntura elettricamente amplificata ecc...
Cioè tutte o quasi cose di cui io mi giovavo per analisi e cure finalizzate agli immancabili problemi di artrosi da logoramento tendineo, osseo e muscolare (v. sopratutto spalle) che regalano i traumi e l'età avanzata, sopratutto quando si è trascorsa la vita a fare sport e/o lavori pesanti, comunque impegnativi. 
L'ultima alternativa allora possibile per risolvere la fibrillazione atriale era la "Ablazione", che consiste nel "bruciare" le cellule del cuore, in zona Nodo Atriale, che impediscono il regolare funzionamento del battito.
Ciò che avviene tramite  l'inserzione in vena (per lo più l'arteria femorale)
di un catetere che giunge sino al cuore nella zona da trattare e quindi provvede ad emanare il calore necessario, risolvendo così, si dice nel 70% dei casi, la fibrillazione atriale.
Viene eseguito ormai in molti centri, il San Matteo di Pavia essendo uno dei più collaudati. Nel 2008 vi fui sottoposto  ad un esame preventivo, per verificare la mia idoneità o meno all'ablazione, per cui decisero che non era il caso.
In effetti l'ablazione funziona, quando funziona, cioè assai più raramente di quanto non vogliano rappresentare le statistiche, solo in persone men che sessantenni...
Ciò sempre secondo il principio generale stracollaudato, per cui "la maggior parte delle terapie e dei farmaci risultano efficaci, comunque meglio tollerate, sopratutto per a da coloro che meno o affatto ne hanno necessità !
Vedi ad esempio Viagra, Cialis ecc….le cui controindicazioni sono sopratutto a carico di chi più avrebbe necessità di usarli !
Del resto la stragrande maggioranza dei cardiologi (non pochi purtroppo) che mi è capitato di frequentare sono in generale molto scettici sulla reale efficacia della ablazione.
I cui esiti statistici sembra siano falsati dalle verifiche nella breve durata, anziché nel lungo termine come si dovrebbe !
Ultimamente sono dosponibili nuove possibilità, che sembra diano maggiori garanzie d'esito, come la "Crioablazione"(o ablazione a freddo), ma sopratutto
la MAZE, oggi effettuata con gli  ablatori bipolari e i crioablatori, che dichiara oltre il 90% di successo, e consiste in un intervento direttamente all'interno del cuore, nell'atrio, arrivandovi con una sonda attraverso il torace, senza ledere costole e polmoni. Viene definito "mini invasivo" pur essendo di fatto un intervento
"a cuore aperto"...
Ma per l'equipe specializzata del San Raffaele di Milano sembra essere ormai "routine".
Personalmente l’idea di farmi bucare il torace e financo il “cuore”non mi sorride
gran che, ma neppure quella di andare avanti con tutte le menate di Wafarin Cumadin e con l’insufficenza cardiaca (aritmia e fiato corto) da fibrillazione atriale !

Certo che se ci fosse accesso ad un farmaco come il Dibigatran, che non implica tutti i fastidi e le controindicazioni di Wafarin…

Ma DIBIGATRAN continua a restare al palo dell’AIFA e/o chi per essa !
All’AIFA ho scritto recentemente, chiedendo lumi e, incredibile ma vero, hanno velocemente risposto alla mia mail in maniera circostanziata e precisa !
Ne pubblico il testo qui sotto, alla fine di questo post, ma ne anticipo qui subito  il succo conclusivo:
Il farmaco ha ottenuto il parere preliminare…per la prevenzione di Ictus da Fibrillazione Atriale ecc...ma non è rimborsabile sino all'emanazione di una specifica determinazione nazionale AIFA…Al momento questa procedura risulta avviata ma non possiamo prevedere i tempi della sua conclusione

Per cui tutto resta, come sempre o quasi nel nostro Bel Paese, nel Limbo delle incertezze e delle attese…Ciò mentre in quasi ogni altra Nazione appena evoluta
il farmaco ha già da tempo pratica ed ampia applicazione.
Io me, come sempre fedele al principio “aiutati che…io ti aiuta”, in attesa di verificare l’opportunità di sottopormi all’intervento di Maze Crioablazione,
o comunque di poter usare  finalmente il Dabigatran, tenterò nelle prossime settimane un’altra via, di tipo “alternativo”, a base di integratori naturali,
la cui sistematica assunzione dovrebbe rivitalizzare in particolare le cellule
del Cuore e dintorni…
Nello specifico riattivandone l’attività funzionale al regolare ritmo cardiaco.
Dalla serie: tentar non nuoce (se non al portafoglio, ma non più di tanto).

Ne parleremo, se vorrete. Alla prossima volta,

Tutto OK piccolo ! E continua così.
The lonely dolphin

(Problemi di Quore 2)


segue testo della email pervenutami da AIFA i seguito alla mia richiesta di informazioni per l'uso del DABIGATRAN :

Attualmente l’unica indicazione terapeutica per la quale questa specialità è rimborsata è la seguente: “prevenzione primaria di episodi tromboembolici in pazienti adulti sottoposti a chirurgia sostitutiva elettiva totale dell'anca o del ginocchio, indicazione presente nei dosaggi da 75 e 110 mg.
A seguito di parere positivo del Comitato Scientifico Europeo dei Medicinali (CHMP) e ratifica della Commissione Europea, dal 1 agosto 2011 il Pradaxa ha ottenuto la seguente estensione di indicazione terapeutica per i dosaggi da 110 e 150 mg3:

Prevenzione di ictus e embolia sistemica in pazienti adulti con fibrillazione atriale non valvolare con uno o più dei seguenti fattori di rischio:
־                                                 Precedente ictus, attacco ischemico transitorio o embolia sistemica (ES)
־                                                 Frazione di eiezione del ventricolo sinistro < 40 %
־                                                 Insufficienza cardiaca sintomatica, ≥ Classe 2 della classificazione della New York Heart Association (NYHA)
־                                                 Età ≥ 75 anni
־                                                 Età ≥ 65 anni associata con una delle seguenti condizioni: diabete mellito, coronaropatia o ipertensione.

Come tutti i farmaci autorizzati con procedura centralizzata, le nuove indicazioni terapeutiche approvate successivamente  all'autorizzazione EMA, non sono da considerare rimborsate fino ad emanazione di una specifica determinazione nazionale AIFA di negoziazione del prezzo e del regime di fornitura.
Al momento questa procedura risulta avviata ma non possiamo prevedere i tempi della sua conclusione. Una volta conclusa tale procedura avverrà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della determina contenente la fascia di rimborsabilità, il prezzo e le condizioni di fornitura per la nuova indicazione.
A completamento delle informazioni, segnaliamo che essendo autorizzato con procedura centralizzata europea tutte le informazioni relative alla sua autorizzazione e sicurezza sono pubbliche e consultabili sul sito dell’EMA1-4 e dell’AIFA5,6.
Rimaniamo a sua disposizione per ulteriori chiarimenti e le porgiamo distinti saluti."